
È tra i compiti più pesanti. Spetta alle donne, alle mogli, alle mamme ed è ogni anno un incubo che, a volerlo fare per bene, impegna anche per una settimana. Una settimana di caos, lavatrici, scatoloni e maglioni stesi ovunque che, malgrado tutte le precauzioni del caso, un po' si deformano comunque. Sacchi di cappotti da mandare in tintoria e piumoni che seppure riesci a far entrare in lavatrice dopo non sai come stendere. Finisce che anche i piumini vanno in tintoria con una spesa finale che a saperlo prima ti rifacevi l'intera camera da letto! Poi ci sono le scarpe. Tiri fuori i sandaletti e al loro posto dovresti far entrare stivali e calosce: un'impresa tecnico- geometrica che neanche Renzo Piano...
Alla fine di questa impresa apocalittica che, detto chiaramente , è un vero e proprio trasloco, dovresti essere felice e soddisfatta, invece già a metà dell'opera ti assale una strana malinconia, un senso di tristezza mista a frustrazione che non sai cos'è . Il cambio di stagione è segno del tempo che passa, dei figli che crescono, dei desideri non realizzati, delle aspettative deluse. È specchio di ricordi che non vuoi ricordare eppure ce n'è uno per ogni vestito.
Non proviamo fatica quando facciamo il cambio di stagione ma dolore. Per i desideri espressi esattamente un anno fa mentre riposavamo proprio queste cose: il prossimo anno questo vestito mi entrerà e sarò bellissima. Il prossimo anno farò delle vacanze pazzesche con tutti questi vestiti, spero che il prossimo anno ci sarà l'uomo giusto per me, quello che saprà apprezzarmi. E invece niente, un anno è passato e sei di nuovo lì a spostare vestiti che non andranno in vacanza e che nessun uomo apprezzerà . Perché spesso è così soprattutto per noi donne: le uniche promesse che non riusciamo a mantenere sono quelle che facciamo a noi stesse.
Nessun commento:
Posta un commento