Alla base di un rapporto di
coppia felice c’è sicuramente il modo con cui la coppia comunica. Molto
frequentemente la frase sbagliata, l’uscita infelice, la totale incapacità di
contenere reazioni verbali impulsive ed aggressive , creano profonde ferite nell’equilibrio della coppia,
ferite difficili da rimarginare. Il
linguaggio serve a creare collaborazione, complicità ed accordo. A costruire e
non a distruggere anche perché la relazione di coppia si basa innanzitutto su una
scelta, la scelta del partner che non può essere costantemente rinnegata o
messa in discussione. Il fatto che una coppia litighi è assolutamente sano e
naturale. Molte coppie confondono il bisogno di appartenenza con la fusione. I
due membri di una coppia , spesso, litigano per affermare se stessi, la propria
individualità, la differenza che sentono con l’altro. Non è negativo, il fatto
che si litighi ma come lo si fa. Durante
le litigate si usano parole forti,
offensive, distruttive, perché si accumula, magari per giorni, aggressività che “alla prima occasione utile
“ viene scaricata contro l’altro. Ed è qui l’errore: l’aggressività non è
verso un comportamento sbagliato, ma
verso la persona che viene considerata sbagliata. Questo è il primo punto: possiamo
opporci, criticare e giudicare un comportamento, non la persona. Le parole
devono essere propositive, non distruttive. Devono mostrare comprensione e non
rammarico. Bisognerebbe ricordare che chi ha sbagliato, soffre già per il fatto
di aver commesso un errore: tutto può essergli utile tranne la nostra
ramanzina.
Molte tra le frasi negative
che abbiamo elencato sono frasi che in una relazione affettiva, d’amore, una
legame fra due persone che si vogliono bene non andrebbero mai pronunciate. La
rabbia, da sola non giustifica la mancanza di buona educazione e l’aggressività
gratuita verso l’altro.
Proviamo a vedere quali sono
le frasi assolutamente da evitare in una relazione di coppia ed il loro effetto
sul partner :
1) Con tutti i problemi che ho ti ci metti anche tu…
Non si dice
perché significa che : vieni dopo i miei problemi e sei a tua volta un
problema. Indica in qualche modo l’inclusione dell’altro solo nella sfera
problematica. Significa che non mi capisce, che non è in grado di comprendere
né tantomeno di alleviare i miei problemi. Si può sostituire semplicemente con
un po’ di grazia. “Amore, perdonami, non sono dell’umore giusto, ho un po’ di
problemi, anzi ti va se ne parliamo?”
2) Dopo tutti i sacrifici che ho fatto per te…
le cose che
ho fatto per te e con te, invece di essere fonte di piacere o gioia sono state
dei sacrifici. Siamo già nel campo peggiore della comunicazione quello del il
rinfacciare
Rinfacciare
all’altro le cose materiali e non , date e messe in gioco nella relazione, rende
chi rinfaccia vittima e tende a generare senso di colpa nell’altro che a quel
punto diviene, per difesa, aggressivo, generando un circolo vizioso in cui si
fatica a comprendere la differenza fra vittima e carnefice. Questa espressione
può essere sostituita con “Ho agito sempre per il tuo ed il nostro bene, in
buona fede. Magari ho sbagliato, ma involontariamente. Scusami”
3) Dovevo dar retta
alle mie amiche, loro sì che hanno capito chi sei
Questa frase
di uso comunissimo, indica una divisione netta in squadre. Io e le mie amiche
da un lato ed il partner , visto come il nemico, l’estraneo, l’avversario nella
squadra opposta. E’ una frase infelice perché oltre ad indicare esclusione
sottolinea che il gruppo, quello
affiatato, quello, di cui ci si fida e da cui ci si sente amate, le amiche, non
apprezza, non approva il partner. Quando si pronunciano frasi così prima di
contare fino a dieci , bisognerebbe tener presente che quando si litiga si
rischia di dire cose che escono quasi a caso ma che, terminata la litigata,
restano impresse nella mente di chi se le è sentite sparare addosso, rovinando
rapporti ed equilibri.
Questa frase
serve a ferire creandosi alle spalle un gruppo d’appoggio, qualcuno che la
pensa come noi, pronto a dare forza all’offesa. Non si sostituisce, non c’è un
modo bello o meno grave per dire una cosa che, semplicemente, non si dice.
4) Non ne fai una giusta Lascia, faccio io….
Lo svilimento
dell’altro , costante in molte relazioni, va contro l’elemento base di una relazione affettiva :l’amore.
Chi ama, sprona, incoraggia, stimola. Questa frase, sottolinea l’incapacita
dell’altro generalizzata a molti aspetti…non ne fai una giusta equivale
a…sbagli in tutto, quindi sei sbagliato.
E’ l’annientamento totale dell’altro, la squalifica assoluta di tutte le sue
capacità. Senza stima, l’amore non esiste.
Questa frase
può essere sostituita aggiungendo un po’ di ironia, quindi dicendola in tono
scherzoso, quasi come se l’essere un po’ imbranato del partner fosse un suo
pregio poiché ci fa sorridere o dicendo “ Panche io non ci riesco mai, dai
proviamo insieme”
5) E’ tutta colpa
tua
Scaricare colpe e quindi
responsabilità sull’altro è una tecnica
comunicativa usata molto frequentemente. Dato che i tribunali e le leggi
stabiliscono colpe e colpevoli si tratta di arrogarsi il diritto di pronunciare
sentenze ed essere giudici. Agli occhi del partner questo atteggiamento,
antipatico e molto pesante da sopportare, molto spesso ha l’unico scopo di
giustificare la colpa stessa. Io ho sbagliato proprio perchè tu sei così…
Se l’altro ha sbagliato in
qualcosa sente già il peso dell’errore commesso a cui non ne andrebbero
aggiunti altri. Una persona che ama a questo punto potrebbe dire” Se hai
sbagliato in qualcosa, si può sempre rimediare, dimmi se e come posso aiutarti”
6) “ Te l’avevo
detto”
E’ una frase
che generebbe rabbia in chiunque. Molti spesso se la sono sentita ripetere dai
genitori ed infatti crea rabbia perché sposta il potere all’interno della
relazione: l’altro divine genitore punitivo e ci tratta come un bambino.
E’ una
affermazione tipica di chi tende in maniera ossessiva a puntualizzare fatti,
colpe , eventi e mancanze. La puntualizzazione costante , utile nella
comunicazione lavorativa è assolutamente deleteria nella relazione di coppia
poiché crea un rapporto impari del tipo allievo - maestra.
Per sostituire
una frase così ci vuole solo la capacità di creare squadra e complicità con il
partner. “lo avevamo detto che…sarebbe potuto accadere”
7) Maledetto il giorno che ti ho incontrato
Questa frase,
distruttiva e malefica nella sua essenza più profonda, richiama alla memoria,
in realtà, il titolo di un famoso film di Carlo Verdone, il che aiuta parecchio
a viverla come una battuta, una frase di poco conto, un modo un po’ crudele di
scherzare.
Il senso
però è veramente annullante. Non solo non vorrei averti mai incontrato ma mi
auguro, addirittura, che sia maledetto quel giorno!. Chi pronuncia questa frase
vuole distruggere l’altro accusandolo in qualche modo di averle rovinato la
vita, dimenticando che, malgrado l’incontro avvenuto in un maledetto giorno, si
suppone che poi ci sia stata una scelta, consensuale, di rincontrarsi, vedersi,
frequentarsi.
Ancora una volta dobbiamo ripetere che frasi
così non andrebbero dette. Se questa proprio scappa basta aggiungere un….mi hai
sconvolto i sensi e rubato il cuore!!!
8) Il mio ex era più bravo
Sottoporre il partner ad una specie di
esame per assumere un posto sul podio di una ipotetica classifica dei
precedenti fidanzati o mariti è forse tra tutte la cosa peggiore che si possa
dire per il gran numero di significati che contiene. Il mio ex era migliore di
te, anche in una sola cosa ma era migliore, e poi ancora penso a lui, tu non sei alla sua altezza quindi forse ho
sbagliato scelta e un po’ lo rimpiango. Non serve scomodare la psicologia per
capire quanto e perché questa frase può essere tanto negativa e crudele. Basta
porsi una sola domanda: se lo dicesse lui cosa proverei? Non possiamo
sostituirla con una positiva. Non è mai positivo menzionare gli ex per fare
paragoni.
9) Lo sapevo che di te non mi dovevo fidare ..
È come dire non mi sono mai
fidata di te fino in fondo. Una parte di
me sapeva che eri un incapace, una persona inaffidabile, un immaturo. In questa
espressione si tira fuori una gran fetta di emozioni negative , magari a lungo
rimuginate, nei confronti del partner. Quel “lo sapevo” sposta chi accusa su un
livello di superiorità e abbassa l’altro a livelli di allievo stupido. E’ una
delle frasi peggiori: crea insicurezza nel partner ed indebolisce il rapporto.
Possiamo renderla una domanda e trasmettere al partner il nostro senso di
frustrazione e smarrimento: “Stai dicendo che di te non mi posso fidare?”
10) Non hai capito…
Non hai capito è una frase di utilizzo comunissimo. Si
usa quando si parla con gli amici, con i figli, con i genitori, i colleghi ed
anche con il partner. E’ l’opposto di qualsiasi regola della buona
comunicazione ed anche, aggiungerei, della buona educazione. “Non hai capito”
semplicemente non si dice perché è scortese e maleducato. Se l’altro non ha
capito è evidente che non mi sono spiegato bene. La responsabilità del
fallimento della comprensione del discorso è di chi parla non di chi ascolta.
La frase corretta sarà quindi “Perdonami, non mi sono spiegato”
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