
Non mi piacciono i favori e tanto meno chi li chiede di continuo. Considero il favore un'invadenza, una sottrazione di spazio e tempo, un cambio di programmi non scelto. La scelta è la nostra salvezza. Dovessimo scegliere di farci del male, di sbagliare con cognizione di causa non soffriremmo un solo istante. Soffriamo, invece, ogni volta che qualcuno decide per noi e si intrufola nella nostra vita.
Quando ci chiedono un favore possiamo anche dire di no. Immaginavo ci fosse questa possibilità, ma non fa per me. Non che non ne sia capace. Se mi impegno posso diventare la regina delle scuse plausibili, ma non mi va di passare dalla parte del torto, la parte di chi "non ti ha aiutato, non ti ha voluto fare un favore". Mi dispiace ma non ci sto. Se mi costringi a dire di no mi metti in una posizione scomoda, in bilico tra impotenza e senso di colpa, in cui non voglio stare. Certo che non tutti i favori sono uguali. Esistono le emergenze su cui neanche si discute. Se devi correre in ospedale o da tua madre che sta male puoi chiamarmi anche alle tre di notte, se ti si ferma la macchina però chiami il carro attrezzi perchè sei grande e puoi farcela. Per chiedere un favore ci vuole intimità e tanta confidenza. Gli abitudinari del favore vedono intimità dove non c'è, convinti di una sola cosa. Tanto che le cambia? Quelli che chiedono con disinvoltura, oltre che molto infantili, sono parassiti e dipendenti. C'è gente che sul favore imposta la sua vita: mi prendi i bambini a scuola?, Mi porti il bimbo a calcetto? Se vai a comprare le penne blu, ne prendi tre anche per mio figlio? Mi scrivi quella relazione? Mi paghi questa bolletta? Mi prenderesti il latte?
Arriva l'orticaria solo a pensarci. Quelli che chiedono favori sempre e a tutti, vogliono farvi credere di avere una vita che neanche tre capi di stato insieme. Gli altri, secondo loro, passano le giornate a contare le nuvole. Essere considerata a disposizione è un ruolo che mi sta stretto. Essere disponibile mi piace molto. Non mi piace invece chiedere favori e non mi piace riceverne. Ci vedo una forma di controllo, di intrusione. Faccio da me e se ho bisogno chiedo ma a chi dico io. Per chiedere devo sapere che: non mi verrà rinfacciato e che la mia richiesta non verrà usata per farne altre dodici. Chiedere implica l'apertura di un cancello che nella mia vita è aperto a pochi. Preferirei non passare il resto dei miei giorni e del mio tempo ripagando i favori ricevuti. I favori non sono gratis, neanche l'amore lo è.
Fatto strano poi è l'incapacità di comprendere che chiedere favori significa mettersi in una condizione di debito e dare all'altro un potere che non ha chiesto e che non sempre sa gestire.
E' naturale che parlo di eccessi, l'una tantum mi fa piacere e, a proposito di potere, mi lusinga.
Il favore non si chiede. Chi è disponibile si offre. Lasciate che aiutarvi sia una scelta, non un'imposizione. Posso andare a prendere dieci bambini al campo di calcio... se decido io.
niente di più vero
RispondiEliminaSono dello stesso parere, anche perché purtroppo di solito mi propongo io, dovrei imparare a pensarci un momento prima di farlo
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