
Il
pudore e la vergogna, il vorrei-ma-non-posso ma anche la sfacciataggine più
esasperata. Ci sono gli esibizionisti ed i voyeur, i timidi e i faccia tosta.
Ci sono i vegani e i cannibali. Gli ammogliati felici e gli ammogliati
ma-che-palle.
Ognuno
da questa sorta di diario porta avanti la sua battaglia. E si perché la prima
cosa che salta agli occhi sono le fisse individuali: io sono quella del “Basta
compiti a casa” ma ci sono i religiosi, i letterati, gli amanti della cucina e
quelli sempre a dieta che propongono ricette e i prodotti più in voga, ci sono
quelli con la fissa delle tette grosse o dei piedi con lo smalto rosso. Ci sono
i musicisti che, disperatamente, propagandano il loro sound preferito o
l’artista del cuore. Ci sono gli sportivi e ancora di più i tifosi. Quelli che
“Vesuvio lavali col fuoco” e quelli che “lo sport non è questo”. C’è chi fa
propaganda politica e chi propaganda personale. Chi tenta di vendere qualsiasi
tipo di oggetto o prodotto e chi, cerca di vendere se stesso: il suo talento,
le sue idee. Ci sono quelli che pubblicano post in continuazione e quelli che come
i topi di fogna, leggono e sanno tutto
di tutti ma restano muti e nascosti. Ci sono i docili, quelli che parlano solo
di benessere e felicità e gli aggressivi i così detti “leoni da tastiera”
quelli che dietro un pc riescono a scaricare tutte le frustrazioni possibili
aggredendo chiunque, pure a casaccio, pur di affermare se stessi e le proprie
opinioni.
E
poi c’è la parte che amo di più: l’amore. Facebook nasce come esercizio di
nostalgia. Cercare i vecchi compagni di scuola significa cercare i vecchi, i
primi amori. Significa ritrovarsi, cambiati ma uguali. Mi piace e mi viene pure
facile tentare di capire da foto e mezze frasi pubblicate chi sta con chi, a
chi piace chi. Non è difficile: l’amore si vede sempre. Basta un like che non
ti aspetti magari fra persone che se si incontrano fingono di non conoscersi. “Stranamente”
sono spesso un uomo ed una donna. Te ne accorgi quando pubblicano canzoni
d’amore struggenti contornate da cuori rossi: per un marito o una moglie, in
genere, non si fa. Non così spesso. Mi piace quando a scrivere d’amore sono gli
uomini. A voce non sono così capaci. Leggo spesso post di dichiarazioni d’amore
bellissime che scritte così, su facebook, rese pubbliche a tutti gli amici, i
parenti ed il condominio, valgono più di dieci diamanti.
Mi
piace osservare le foto che cambiano magari a seconda dei vari momenti della
vita. Foto che sottolineano un matrimonio, una festa, un dolore, una
promozione, uno stato d’animo, un idea o l’appartenenza ad un gruppo.
Mi
piacciono le foto di chi ci mette la faccia: bella o brutta non importa. Mi
piacciono molto le foto spontanee ma devo essere onesta, quelle posate mi
divertono di più: quelle tipo lei stesa sul divano o che guarda l’infinito e
lui , viso spavaldo appoggiato sulla manina che sorregge il mento. Le foto con
la mano sotto il mento ( moscia deve essere moscia) sono le mie preferite.
Mi
piace osservare gli sguardi: seri e seriosi o persi in una risata. Mi piace immaginare chi
c’è dietro quello sguardo . Mi piace tentare di capire se ridono davvero o se,
come accade più spesso, quelli che ridono di più sono in realtà i più tristi.
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