venerdì 13 maggio 2016

L'esperienza negativa non insegna ....

Non mi piace essere presa in giro, neanche dalla psicologia. È vero che dall'esperienza si impara, si aggiusta il tiro, si riconoscono i propri limiti. È vero anche che l'esperienza crea l'abitudine e l'abitudine libera dall'ansia . Non è vero però che le esperienze negative fortificano. Non è vero che migliorano. E non parlo dell'esperienza negativa del traffico o della fila alla posta o del brutto voto a scuola. Le vere esperienze negative sono quelle che tendono ad annullare autostima ed amor proprio, fiducia negli altri e nella vita. Sono le ingiustizie, i calci nel sedere, i tradimenti , le crudeltà del fato come i tumori, le malattie, i terremoti. Sono quelle esperienze che creano vinti e vincitori, carnefici e vittime. Sono pugni nel cuore a volte inutili. Non sono esperienze che possono insegnare. Anzi. Induriscono quanto più sono dure, fino a renderci asociali e crudeli. Chiudono, per paura o disillusione, fino a renderci esseri soli. Fino a renderci egoisti e cattivi. E sono molto più frequenti di quanto si immagini, frequenti e vicine. Rischiamo un effetto dinamo senza fine: aumentano le cattiverie subite, aumentano i cattivi.

3 commenti:

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  2. Permesso :) ecco come sintetizzare interi trattati! Decenni di teorie psicologiche estratte in un unico mestolo: quello del buon senso! Adesso le espongo le mie considerazioni partendo da un punto non proprio a caso. Mi piace il fatto che lei non abbia il timore di identificare degli accadimenti dando loro un significato più che corretto. Lei dice: "esperienze negative". Mi batto da sempre per l'annullamento di due concetti: fallimenti e vittorie. Argomento lunghissimo! Con lei è più facile usare dei termini comuni e arrivare al nocciolo, al fatto che in realtà non esistono delle vittorie o dei fallimenti ma semplicemente delle esperienze. Dopo diamo loro un ulteriore etichetta definendole positive o negative. Lei non si pone il problema di identificare un terremoto, una brutta malattia, in un'esperienza negativa. E fa bene! Perché con la scusa di "pensare positivo" c'è gente che stravolge la realtà. Potrei definire il letame qualcosa di marrone, di cattivo odore, che serve a concimare la terra! Questo tuttavia non cambierebbe ciò che è realmente. Il continuo raccontarsela adducendo attenuanti e fiorellini che non ci sono, non è essere positivi, ma prendersi in giro!
    Dare un chiaro nome alle cose e non averne paura consente di poter scremare, di capire e sentire la differenza. Quando ci accadono delle brutte cose noi abbiamo un'unica possibilità, secondo molti esperti. Dicono che quanto meno possiamo scegliere che cosa provare e come reagire. Un po' come la vecchia storia di chi ci spinge in acqua e non sapendo nuotare o beviamo o impariamo? E poi c'è chi diventa fobico e chi campione di nuoto? Questi estremi, questo modo di spiegare le reazioni umane sono obsolete e del tutto incomplete. La realtà è fatta di mille sensazioni e altrettante reazioni. Il male non insegna. Siamo noi che essendo creatori di senso, gli diamo un'etichetta che ci possa consentire di avere delle reazioni. Non penso si possa obiettare nulla a quello che lei ha scritto se non una leggera sfumatura. Il contentino che ha l'infante per lungo tempo, il pollice che si può succhiare in ogni momento e che non gli verrà sottratto come il ciuccio o le carezze o l'essere cullato. Non dovrà attendere, chiedere, ricevere risposte negative. Fa parte di lui. Credo che dare un senso e pensare addirittura di ricavarne qualcosa di buono dalla cattiveria, sia un modo per illudersi di avere una qualche forma di controllo. Così come il pollice per l'infante, si tratta di una forma di auto-consolazione. Le persone non si prendono il tempo di vivere il dolore. Non si prendono lo spazio per ammettere che gli occorre di più o di meno di quello che hanno. Si preparano alla botta successiva, alla delusione più grande, eliminando il meglio delle loro qualità e tirando fuori qualcosa che possa ammortizzare la botta. Anche chi vive il proprio dolore resta solo. Perché molti ti cercano solo per mangiare e bere, per divertirsi e per avere conforto buttandoti addosso il loro malessere. Quindi in termini di costi-benefici, per che cosa si opta? A volte quando mi sono sentita dire: "sapessi, dopo quello che mi ha fatto tizio e caio, sono molto cambiata". Io ho risposto: "non è che prima fossi tutto sto granchè, adesso hai finalmente una bella scusa!"

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  3. Ecco un esempio di come la bellezza di un commento ad un post possa essere più interessante del post stesso. Grazie Raffaela per le tue preziose riflessioni e soprattutto per la generosità nel condividerle. Sappi che per me è sempre un grande regalo.

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