giovedì 19 maggio 2016

Donne, selfie e vanità



Sono mesi, forse anni, che mi interrogo sui selfie.
Sono antica. Ancora ferma all’idea della macchinetta fotografica che porti con te quando hai qualcosa di particolarmente bello da fotografare: quando vai in vacanza, ad esempio, o se c’è un compleanno. Un modo, il più semplice ed immediato, per bloccare i ricordi in un immagine. Per questo mi risultava davvero difficile comprendere le motivazioni che spingevano e spingono tante donne (soprattutto) ad autofotografarsi e a rendere pubblici e condividere questi scatti che, tutto al più, dovrebbero rimanere privatissimi..
L’ ho considerata per molto tempo una cosa parecchio ridicola e molto infantile.
Ho cercato di darmi spiegazioni e motivazioni, mentre, intanto, quella del selfie, diveniva una abitudine molto condivisa se non una vera e propria mania. Ho scomodato la psicologia e gli studi sul narcisismo e l’autostima senza mai trovare una risposta che fosse esauriente e soddisfacente per tutti i miei dubbi.
 Alla fine, come spesso accade, arriva inaspettatamente la folgorazione. La risposta è la più semplice in assoluto, senza bisogno di scomodare grandi menti: VANITA’.
Vanità e bisogno di piacere. Di essere approvati. I social in questo aiutano ed alimentano.
La vanità non è un peccato è un bisogno. Come mangiare e bere. Il bisogno di essere riconosciuti. Lo abbiamo tutti anche quelli che non si fanno autoscatti. Ognuno, a suo modo e con i mezzi che ha a disposizione, cerca di saziare il suo bisogno di approvazione. E non è un fatto fisico. Molte foto non ritraggono donne bellissime, ma donne che si piacciono e vogliono che questo piacere sia condiviso.

Il mondo non è cambiato per via della tecnologia, dei social e dei selfie. E’ cambiato il livello di consapevolezza della gente. Ed è cambiato il senso della vergogna e del pudore. Anni fa molte persone, molte donne, avrebbero avuto difficoltà ad ammettere il fatto che  amano piacere. Oggi la chirurgia estetica e i selfie stessi ci dicono che si tratta di un problema che non ha più nessuno. E fanno bene. Non c’è nulla di male a voler piacere, a voler essere ammirati. Non è cosa infantile è cosa umana. E la vanità non è un peccato ma un modo di vivere il piacere. E’ una presa di coscienza. Ma anche un atto di umiltà. Un’ammissione.

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